In principio era Pannella.
All’inizio degli anni 70, il leader radicale, in occasione delle tornate elettorali, era solito far annotare, accanto al proprio nome di battesimo (Giacinto), quello con cui invece era comunemente conosciuto, Marco. Fu dunque PANNELLA Giacinto detto “Marco”, in oltre mezzo secolo di militanza politica.
E negli anni non sono mancati altri esponenti politici che – trovandosi nelle stesse condizioni dell’esponente radicale – hanno fatto ricorso al medesimo escamotage per evitare di incorrere in annullamenti di preferenze che sarebbero davvero risuonati come una beffa.

Poi è arrivata la premier, Giorgia Meloni, che lo scorso 28 aprile, dal palco di Pescara, annunciando la propria candidatura alle europee, ha chiesto espressamente agli elettori di scrivere sulla scheda semplicemente “Giorgia”, rivendicando le sue origini popolari e dicendosi “fiera che la maggior parte dei cittadini che si rivolge a me mi chiami per nome”.
Ecco dunque che sui manifesti elettorali per le europee troveremo, come capolista per Fratelli d’Italia, in tutte le circoscrizioni, Meloni Giorgia detta “Giorgia”.

Fin qui è cronaca.

Senonché, l’iniziativa della Presidente del Consiglio ha scatenato la fantasia dei candidati, tanto alle europee quanto alle elezioni amministrative che in diverse città si svolgeranno in concomitanza con le prime.
E così, se da un lato troviamo Alessandro Cecchi Paone detto “Cecchi” e detto “Pavone” nella lista Stati Uniti d’Europa, o Sergio De Caprio detto “Capitano Ultimo”  detto “Capitano” detto “Ultimo”, dall’altro il premio dell’originalità va ad una candidata di Fratelli d’Italia alle elezioni comunali di Montesilvano – come detto concomitanti con le europee – che di nome fa Damiana ma che, guarda un po’, pare che sia detta, pure lei, “Giorgia”.
Per carità: non abbiamo idea se davvero la aspirante consigliera sia comunemente appellata come Giorgia anziché col suo nome reale (invero non molto assonante) di Damiana.
E nel rammentare quel che diceva Andreotti a proposito del pensar male, intanto consegniamo idealmente il premio furbizia 2024 alla signora Damiana da Montesilvano.
Nel contempo confidiamo che, già dalla prossima tornata elettorale, non mancherà persino qualche maschietto buontempone a rivendicare il nome di battesimo della premier.
Magari sarà un Giacinto, detto “Giorgia”, hai visto mai.

Alessio Di Carlo