Le posizioni da tempo espresse dai tassisti italiani (ma lo stesso si potrebbe dire dei balneatori) contro la direttiva Bolkestein e – più nello specifico – verso qualunque iniziativa tesa a favorire la libera concorrenza e l’apertura dei mercati, difficilmente potrebbero suscitare le simpatie di chi ispira la propria azione politica al liberismo ed a tutte le altre declinazioni della dottrina che John Locke ha iniziato a diffondere a partire dalla fine del 1600.
Probabilmente è con questo spirito che Matteo Hallissey, segretario di Radicali Italiani, ha pensato bene di presentarsi ieri, nel bel mezzo della manifestazione organizzata dai tassisti italiani contro il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, indossando una maglietta con su scritto “Fermiamo le lobby, liberalizziamo”.
E’ andata come ci si poteva attendere, anzi forse meglio: il giovane esponente radicale ha incassato qualche spintone ed è finito lungo a terra.
Per carità, nessuna giustificazione per chi adopera le mani per argomentare. Tuttavia, un paio di cose vanno aggiunge.
La prima riguarda il metodo.
I radicali sono i paladini della pratica nonviolenta e della legalità e dovrebbero sapere – Hallissey certamente sa – che se avessero preavvisato le autorità, con ogni probabilità la controiniziativa radicale non sarebbe stata consentita. Quantomeno, non in concomitanza e coincidenza di luogo con quella, già in programma, dei tassisti.
Sul merito, poi, a me pare che il leader di Radicali Italiani abbia sbagliato destinatario.
Al pari di Hallissey, ritengo inaccettabili i privilegi di cui alcune categorie, i tassisti son solo un esempio, godono.
Ma che i diretti interessati manifestino per difendere i loro diritti, sembra perfino banale. Strano sarebbe piuttosto il contrario.
Quello che è invece davvero scandaloso e che merita più di una provocazione in piazza, è che nei diciotto anni che sono trascorsi dalla emanazione della direttiva Bolkestein non vi sia stato un esecutivo capace di prendere di petto la questione: di affrontare queste lobby (a proposito, ma saranno davvero così potenti tassisti e balneatori?) e di dare attuazione al provvedimento emanato dal Parlamento Europeo.
La direttiva Bolkestein è diventata maggiorenne ma il tempo di vederla recepita in pieno non sembra essere ancora arrivato.
Alessio Di Carlo