di Andrea Granata

E’ di questi giorni la notizia che la Corte europea dei diritti dell’uomo (Cedu), ha condannato l’Italia per l’abuso delle intercettazioni.
Di cosa si tratta precisamente? La decisione ha evidenziato un “vizio sistemico nella legislazione italiana in materia di intercettazioni”: secondo la Cedu la mancanza di strumenti di tutela in favore di chi, estraneo alla vicenda giudiziaria, veda rese pubbliche le proprie conversazioni telefoniche, viola l’art. 8 della Convenzione.
Sin qui ci sarebbe poco da dire, se non fosse che la sentenza della Cedu, ove fosse presa in considerazione, potrebbe avere un effetto dirompente sull’informazione italiana ed anche sul mondo dello spettacolo.
Infatti, proprio mentre i giudici della Corte (all’unanimità) ci bacchettavano, l’informazione italiana, chiamata a raccontare l’inchiesta che ha toccato i vertici della regione Liguria, celebrava nei vari programmi di approfondimento la liturgia che accompagna da anni ogni inchiesta giudiziaria di un certo rilievo.
In realtà, c’è ancora qualcuno che cerca di salvare le apparenze ed attenersi a fatti di rilevanza penale e per questo si lascia andare ad espressioni dal sapore antico come “sono garantista” o “ho letto le carte”.
In genere si tratta di avversari politici o giornalisti che fanno queste esternazioni quando gli avvocati degli indagati a malapena conoscono i capi di imputazione dei loro clienti.
Del resto, con questa inchiesta, abbiamo subito saputo di amanti molto più giovani degli indagati e forse per questo, per tenere desta l’attenzione del pubblico, si sono esplorati aspetti non proprio scontati quali l’alimentazione dei politici.
Del tema dell’alimentazione del corrotto (la vicenda processuale è irrilevante) si è parlato durante una trasmissione televisiva dove un tal Gramellini ha bonariamente quanto fermamente ripreso un ospite (il comico Luca Bizzarri) che avanzava dei dubbi sull’uso delle intercettazioni, argomentando con una tale virulenza da arrivare a chiedersi cosa c’entrassero con l’inchiesta le ragazze i cui nomi sono divenuti di dominio pubblico, insomma, un vero e proprio elefante in una cristalleria o peggio come un giudice della Cedu.
Questo Sig. Gramellini, che non è uno qualunque, ma è un editorialista raffinato, un autorevole opinion maker, ha subito fatto notare che senza quelle intercettazioni noi non sapremmo chi sono i nostri politici, noi ignoreremmo che pasteggiano ad aragoste per lanciare un definitivo “ma basta!!! ma che mangino pasta alle vongole!!!”.
Ora però torniamo ad esser seri, la Cedu o chi per essa non può suggerirci in nome di una convenzione dal nome pittoresco come convenzione dei diritti dell’uomo mettere in discussione la nostra informazione come se si trattasse di un circo che maltratta gli animali.
Quanto alle ragazze intercettate di cui sappiamo ormai tutto, noi abbiamo un premier donna, la segretaria del Pd donna e pure la Boldrini, questo ci mette al riparo da ogni ipotesi di sessismo e poi siamo certi che, se le signorine daranno segni di ravvedimento, una partecipazione ad un reality non si negherà a nessuna.
Cercavo di fare ironia ma mi sono intristito, esattamente come quando da bambino mi portavano al circo.