di Alessio Di Carlo

Visti i dati dell’affluenza al voto e quelli fatti registrare dai due partiti che si presentavano inneggiando rispettivamente a “Meno Europa”, la Lega, e “Più Europa”, Stati Uniti d’Europa di Renzi e Bonino, possiamo serenamente concludere che agli italiani, dell’Europa e delle sue sorti, non interessa granché.

Scendendo invece più nello specifico, osserviamo che, insieme al partito di Salvini e a SUE, la batosta peggiore è toccata al M5S.
Il partito di Conte, che fino a due settimane fa veniva accreditato di almeno il 15% dei consensi e che invece non ha raggiunto la doppia cifra, è rimasto stritolato nella strategia messa in piedi da Giorgia Meloni.
A partire dal vivace saluto al Governatore De Luca in poi, la Premier ha alzato l’asticella dello scontro, iniziando a fare a sportellate con la Schlein. La leader PD ha tenuto botta ed ha risposto colpo su colpo portando a casa un risultato di tutto rispetto.
Il povero Giuseppi, invece, escluso dai giochi, si è ritrovato in mezzo agli sportelli ed è uscito dalle urne suonato come Willy il coyote.

Per la Lega il discorso è diverso ed occorrerà esaminare i flussi di voto.
Tuttavia è singolare che, nonostante il successo di Roberto Vannacci, il Carroccio abbia fatto registrare un flop del genere. E allora i casi sono due: o il Generale ha limitato i danni, rappresentando un reale valore aggiunto per la Lega, oppure – a fronte dei voti che innegabilmente ha portato a casa – tanti elettori, specie al nord, hanno mal digerito la candidatura dell’ex militare ed hanno preferito indirizzare il loro voto altrove. Personalmente, propenderei per questa seconda ipotesi.
Infine Stati Uniti d’Europa, rassemblement orfano dell’imprevedibile Calenda, ormai affetto da una sorta di schizofrenia politica.
Si sa che in politica 2+2 non fa mai 4 ma, generalmente, 3 o giù di lì. Quasi mai, cioè, due formazioni, unendosi, riescono a traghettare i rispettivi voti in un nuovo contenitore.
Ma il flop di Sue supera ogni previsione. Il 3,7% messo insieme da Renzi e Bonino rappresenta a malapena il risultato che uno solo dei due partiti si sarebbe potuto attendere dalle urne. Insomma, 2+2 ha fatto a malapena 2.
Forse non ha pagato una campagna elettorale modesta e che si fa ricordare solo per una manifestazione a favore della legalizzazzione delle droghe dinanzi a Montecitorio e per una discutibile incursione dell’On. Magi in terra d’Albania, che ha regalato più che altro uno spot alla Meloni, apparsa come la madre responsabile che va a riprendere il figlio discolo da scuola e se lo porta via tirandolo per le orecchie.

Bene gli altri, chi più chi meno, anche se sarà interessante verificare il dettaglio dei risultati ed analizzare i flussi di voto.
Sarebbe bello, saggio ed opportuno che questi risultati – per certi aspetti del tutto inaspettati, specie se confrontati con i sondaggi pubblicati fino a quindici giorni fa – inducessero qualcuno a fare mea culpa, ad assumersi le proprie responsabilità, a cambiare strategia e perfino a valutare se non sia il caso di farsi da parte.
Ma questa, probabilmente, è fantapolitica.